Come gli stereotipi di genere influenzano l’educazione di bambini e bambine?
La nostra cooperativa, attiva da sempre nei servizi all’infanzia, da anni lavora per inserire con continuità educatori maschi negli asili nido. Perché per noi è fondamentale avere delle équipe educative composte da uomini e donne?
- I bambini e le bambine sono a contatto ogni giorno con una figura maschile che svolge un’occupazione tradizionalmente femminile: questo non può che favorire, a lungo andare, la consapevolezza che i lavori di cura (anche nella fascia dell’infanzia) possono essere scelti anche dagli uomini e viceversa i percorsi formativi STEM (scientifici, matematici, tecnologici…) da sempre più ragazze.
- L’educazione e la cura di bambini e bambine non è una questione, di conseguenza, prettamente femminile e non può che arricchirsi di un punto di vista maschile. Una cultura delle differenze include tutti i punti di vista valorizzandoli.
- Le famiglie, gli adulti di oggi, a contatto con un’équipe educativa mista, possono trarne stimoli a loro volta, anche ripensando i ruoli familiari tradizionalmente suddivisi in base al genere.
Negli ultimi anni abbiamo proposto svariate volte alle famiglie che frequentano i nostri nidi l’incontro di formazione “Che genere di educazione?”, tenuto dalla consigliera CdA della nostra cooperativa Ludmila Bazzoni, filosofa e studiosa del pensiero delle donne, che propone alcune riflessioni su come superare ruoli e qualità classicamente attribuiti a maschi e femmine (a partire dalla contrapposizione tra rosa e blu, giochi da maschi e giochi da femmine…).
Un ulteriore interessante contributo, di facile comprensione, viene dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (European Institute for Gender Equality — EIGE) con un video, consultabile qui, che spiega come “gli stereotipi di genere non sono sempre evidenti. Cominciano a seguirci fin dai primi giorni di vita nel negozio di giocattoli e continuano a influenzarci nella scelta delle materie scolastiche e nella carriera.”