In questo periodo siamo costretti in casa, chi più chi meno a seconda dell’attività lavorativa. I nostri bambini e le nostre bambine, non abituati a restare in casa per un tempo così lungo, potrebbero mostrarsi irrequieti, insofferenti, annoiati. Altri bambini/e poi, che sono effettivamente molto più attivi, impulsivi, irrequieti degli altri (magari con una condizione diagnosticata di disturbo dell’attività e dell’attenzione), possono risultare molto impegnativi, perché tendenzialmente hanno maggiore bisogno di stimoli, di giochi diversi, di attività motoria. Sono maggiormente attivi, frettolosi, bisognosi dell’attenzione e della regolazione dell’adulto nello svolgimento di attività, giochi, compiti. 

Alcuni consigli possono aiutarci a vivere meglio questo periodo con i nostri bambini e le nostre bambine. 

1. CREARE ROUTINE E STRUTTURARE LA GIORNATA 

I bambini/e hanno bisogno di regolarità e routine. In questo momento in cui il tempo non è scandito dagli orari della scuola, dal momento dei compiti, dalle attività ricreative extra-scolastiche, è utile cercare di creare nuove routine, nuovi momenti che scandiscano la giornata.  

Soprattutto per bambini/e con difficoltà di comportamento, più routine ci sono più la situazione diventa per loro prevedibile. Se la situazione è più prevedibile, il bambino riuscirà a gestire meglio il suo comportamento. 

Cerca di dividere la giornata in fasce orarie abbastanza definite, e, in seguito, stabilisci delle attività generali per ciascun momento della giornata. Se sei a casa dal lavoro e, quindi, puoi farti carico interamente della gestione dei figli, potrebbe essere più semplice strutturare la giornata. Ad esempio puoi organizzare le fasce della mattina, del pranzo, la fascia post-pranzo, il pomeriggio, il momento della cena, il dopo-cena e il momento di coricarsi. Per ciascuno di questi momenti puoi pianificare alcune attività generiche.  

2. PIANIFICARE LE ATTIVITA’

È utile pianificare le attività in base al momento della giornata, ma ricordiamoci di comunicare ai bambini questa scansione, ricordagliela all’inizio della giornata, e cerca di farla rimanere invariata. Ad esempio, stabiliamo a priori in che momento della giornata si guardano i cartoni o si usa il tablet (ad esempio dopo pranzo), in che momento si fanno i compiti (ad esempio dopo la colazione). Questo ci permetterà di ritagliarci degli spazi e di evitare continue, incessanti richieste da parte dei bambini.  

Un esempio potrebbe essere: alle 8.00-8.30 ci si sveglia, si fa colazione, ci si veste. Poi per il bambino della scuola primaria arriva il momento dei compiti. Alle 12.30-13.00 si pranza. Nel primo pomeriggio i bambini possono guardare un film o giocare con il tablet per un tempo pre-fissato. Nella seconda parte del pomeriggio possono giocare liberamente dedicandosi alle attività che preferiscono. Potremo giocare con loro o fornire spunti di gioco (esistono molti siti che forniscono diverse idee per passare il tempo), oppure dedicarci a nostra volta alle nostre attività. Alle 19.30-20.00 si cena. Alle 20.30 si comincia la routine per andare a letto. Alle 21:30 si spengono le luci e si dorme. 

3. NON TEMERE LA NOIA 

Comunichiamo al bambino/a che la noia fa parte della vita. Non succede niente se ci si annoia; anzi, è un momento di inattività temporaneo che porta a pensieri e a nuove idee. Non succede niente se ti annoi per un po’. 

4. LAVORARE SU UN OBIETTIVO COMPORTAMENTALE  

Se un genitore è a casa stabilmente, questo periodo può rivelarsi prezioso per SELEZIONARE e lavorare su un obiettivo comportamentale. Ad esempio, non interrompere mentre qualcuno parla, o riordinare la camera prima di prepararsi per andare a letto. Comunichiamo al bambino l’obiettivo che abbiamo scelto, anche come una sfida che potrà vincere, e prevediamo eventualmente una piccola gratificazione, ricordandoci di sottolineare sempre con una lode o un gesto d’affetto quando il bambino/a riesce a raggiungere l’obiettivo.  

5. SGRIDIAMO SOLO SE NECESSARIO 

Isolato e costretto a stare a casa, il bambino/a potrebbe essere più “capriccioso”. Non sgridiamolo continuamente perché parla o canta a voce alta, perché salta etc., ma riflettiamo su quali sono i comportamenti realmente gravi per noi, e riprendiamo solo quelli. Dobbiamo essere più pazienti e non farci trascinare in discussioni interminabili e polemiche, la regola non va ritrattata. Impariamo a ignorare i comportamenti non gravi e “solo” di disturbo..  

6. OFFRIRE ALTERNATIVE  

Bambini e bambine vivaci, o con difficoltà di comportamento, o francamente iperattivi, traggono molto beneficio dalla strutturazione e dalla pianificazione delle attività. Comunque anche con questi accorgimenti non perderanno la loro esuberanza e la loro necessità di movimento. Ricordiamoci che se è difficile per noi stare in casa, lo è ancor più per loro. L’indicazione di stare fermo o di non correre o di non fare questo o quello rischia di essere inefficace. È più utile indicare loro un’attività alternativa che invece può svolgere. Diciamo ai bambini e alle bambine cosa POSSONO fare, non ciò che non possono fare. Offriamo cioè delle alternative comportamentali.

 

Margherita Brunetto, Psicologa dell’età evolutiva, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione, esperta in Psicopatologia dell’apprendimento, nella valutazione  e presa in carico dei disturbi dell’attenzione con iperattività/impulsività (ADHD) e delle problematiche di comportamento in età evolutiva