Iorestoacasa sono le parole che sentiamo e leggiamo ormai ovunque in questi giorni. La richiesta che ci viene fatta è semplice: si devono evitare gli spostamenti non necessari e i contatti sociali, in poche parole, si deve rimanere in casa il tempo necessario. E vista la situazione ci appare come una richiesta ragionevole: in uno stato di crisi emergenziale come quello che stiamo vivendo oggi, dobbiamo solo rimanere a casa a leggere, lavorare (chi può), cucinare e stare con la famiglia.  

Un immaginario che però purtroppo per molte donne oggi in Italia è tutt’altro che rassicurante: come ci dicono i dati, l82% della violenza sulle donne avviene all’interno della sfera domestica e come emerge dalle analisi della rete D.i.r.e – Donne in rete contro la violenza ad agire è nel 56% il partner, nel 21% l’ex-partner e nel 10% un familiare. In sintesi, l’autore della violenza ha (molto spesso) le chiavi di casa. Le violenze che avvengono nell’ambito domestico sono d’altra parte molteplici: violenze di tipo psicologico per il 79%, fisico per il 61% ed economico per il 34%. L’ultimo report diffuso dalla Polizia di Stato intitolato Questo non è amore, aggiornato al 2019, parla in generale di 88 vittime ogni giorno: una donna ogni 15 minuti. Leggendo i dati emerge inoltre che, al di là di ogni stereotipo, non c’è nessuna differenza tra nord e sud: i numeri delle violenze denunciate sono simili in Piemonte come in Sicilia e le donne che sporgono denuncia e gli aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali.
Il quadro poi si compone di un altro elemento che spesso rimane in secondo piano ed è quello delle ripercussioni per chi assiste alla violenza. Secondo i dati raccolti da Save The Children sulla violenza “assistita” si stimano circa 427 mila minori che in soli cinque anni hanno assistito a scene di violenza tra le mura domestiche, tra cui quasi il 50% in forma diretta. Un quadro preoccupante che in questi giorni rischia di peggiorare e di relegare molte donne e minori all’interno di una dimensione domestica caratterizzata da abusi, maltrattamenti e aggressioni. Ora più che mai, il lavoro portato avanti in Italia dai Centri Antiviolenza ricopre un ruolo determinante. La cooperativa sociale Azalea insieme alle cooperative sociali L’Albero e il Ponte gestisce da anni il centro antiviolenza P.E.T.R.A. e la casa rifugio del Comune di Verona. In questi giorni, seguendo le indicazioni dell’ultimo D.P.C.M., il servizio ha subito una riorganizzazione rimanendo però attivo e a disposizione del territorio.
Si può contattare il centro per via telefonica al numero verde 800392722 nei seguenti orari di ascolto: lunedì e mercoledì dalle 11 alle 13, martedì e giovedì dalle 15 alle 17 e venerdì dalle 9 alle 11. In questo modo si potrà parlare con un’operatrice e fissare un appuntamento in base alle proprie esigenze. Le operatrici rimangono disponibili per ulteriore colloquio telefonico dedicato durante il quale si capirà come procedere e come il servizio possa essere d’aiuto. Rimane attivo anche il numero nazionale multilingue 1522 antiviolenza e stalking attivo 24 ore su 24, che mette in contatto con i vari centri antiviolenza presenti sul territorio nazionale. Si tratta di servizi fondamentali che stanno dicendo a gran voce NOI CI SIAMO, NON SIETE SOLE” e che si rivelano, anche in queste settimane, un punto di riferimento fondamentale per chi vive quotidianamente situazioni di violenza, offrendo ascolto e supporto.  

Oltre ai servizi di sostegno e aiuto presenti sul territorio, soprattutto in questi giorni di isolamento forzato, è necessario d’altra parte mantenere una rete solidale e di aiuto partendo dalle reti amicali e sociali. Chayn Italia, una piattaforma opensource nata per permettere a tutte le donne di avere un acceso diretto alle informazioni e a indicazioni pratiche elaborate da esperte e volontarie, propone delle guide anche per chi è accanto o vuole sostenere una persona che sta vivendo una situazione di violenza. Sono semplici consigli che possono essere di grande aiuto, generando consapevolezza e forme di sostegno orizzontali.  Anche in questo caso, per dire un’altra volta: non sei sola.

 Siti utili: 
D.i.r.e Donne in rete contro la violenza https://www.direcontrolaviolenza.it/
Centro antiviolenza P.E.T.R.A. (Verona) https://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=5387&tt=verona_agid
Opuscolo Comune di Verona Un codice rosa 
Telefono Rosa Verona https://www.telefonorosaverona.it/ 
Chayn Italia  –  strumenti contro la violenza di genere https://chaynitalia.org/ 

 

Ludmila Bazzoni, progettista area Innovazione e sviluppo