Il congedo parentale è uno strumento prezioso per vivere con serenità i primi anni di vita di un bambino o una bambina, sostenere l’equilibrio familiare e favorire una genitorialità davvero condivisa. Spesso viene considerato un “diritto della mamma”, ma in realtà è a disposizione di entrambi i genitori, con vantaggi concreti per tutta la famiglia.
Come funziona?
Ogni genitore lavoratore o lavoratrice ha diritto a un periodo di astensione dal lavoro fino a un massimo complessivo di 10 mesi (che possono diventare 11 se il papà ne utilizza almeno 3). Ogni genitore può usufruire fino a 6 mesi di congedo, anche non continuativi, entro i 12 anni di vita del figlio o della figlia.
Nel 2025 è stata introdotta una novità importante: tre mesi di congedo parentale sono indennizzati all’80% della retribuzione, anziché al tradizionale 30%, se fruiti entro i primi 6 anni del bambino o della bambina. Le restanti mensilità continuano a essere indennizzate al 30 per cento.
Il congedo può essere utilizzato in modo flessibile: settimane continuative, singole giornate o – se previsto dal contratto – anche a ore.
Perché è così importante che anche i papà lo utilizzino?
Il congedo parentale non è solo un diritto individuale: è uno strumento che può incidere davvero su benessere, equità e organizzazione familiare. La partecipazione dei papà fa la differenza:
- Condivisione effettiva dei carichi di cura. Una distribuzione più equilibrata del tempo di cura migliora il benessere della famiglia e riduce il sovraccarico, che oggi grava spesso sulle mamme.
- Relazione quotidiana e significativa con il figlio o la figlia. Avere tempo “vero” permette di costruire un legame forte, competente e presente.
- Rientro al lavoro della mamma più sereno. Quando entrambi i genitori si alternano nella cura, la ripresa dell’attività lavorativa diventa più sostenibile.
- Modelli educativi più paritari. La presenza di un papà coinvolto normalizza un’idea di famiglia in cui la cura non appartiene a un solo genere.
- Conciliazione migliorata per entrambi. Pianificare tempi, bisogni e assenze favorisce una gestione più equilibrata tra vita privata e lavoro.
- Riduzione degli stereotipi sul ruolo paterno. Quando i papà usufruiscono del congedo parentale, contribuiscono a rendere ordinaria una paternità attiva e competente.
Un esempio concreto: come alternarsi dopo i primi 6 mesi
Un uso molto efficace del congedo parentale – soprattutto per chi desidera posticipare l’ingresso al nido fino all’anno di età – è la fruizione lunga e alternata.
Immaginiamo una famiglia in cui la mamma rientra dal congedo di maternità obbligatorio quando il bambino o la bambina ha 6 mesi:
- La mamma utilizza due mesi di congedo parentale continuativo, portando il figlio o la figlia a 8 mesi di età
- Al termine, il papà attiva altri due mesi di congedo parentale, arrivando così ai 10 mesi
- Se necessario, entrambi possono aggiungere qualche settimana o modulare il restante congedo per arrivare serenamente al primo compleanno, momento in cui molte famiglie scelgono l’ingresso al nido
Questa alternanza permette di:
- sostenere il rientro al lavoro della mamma senza un carico eccessivo
- garantire al papà un tempo pieno e quotidiano con il figlio o la figlia
- mantenere continuità nella cura familiare.
Il congedo parentale è quindi uno strumento di pari opportunità e di concreta conciliazione. Per dubbi su modalità, retribuzioni o tempistiche, il nostro ufficio paghe è a disposizione per supportare nella gestione delle richieste.
📌 Famiglie omogenitoriali: diritti riconosciuti e cosa serve ancora
Negli ultimi anni le famiglie omogenitoriali hanno visto riconosciuti alcuni diritti in materia di congedi grazie soprattutto a pronunce della Corte Costituzionale e alle conseguenti circolari applicative dell’INPS. Questi diritti, però, derivano oggi da sentenze e non da una normativa organica: per questo auspichiamo che il legislatore recepisca e sistematizzi quanto indicato dalla Corte, garantendo tutele chiare, stabili e uguali per tutte le famiglie.
Cosa è garantito oggi:
Congedo parentale
Spetta al genitore che risulta tale nei registri dello stato civile o che possiede un titolo giuridico che attesta la genitorialità (adozione, riconoscimento, sentenza). È dunque riconosciuto anche alla madre intenzionale nelle coppie di donne e al genitore non biologico nelle coppie di uomini, se regolarmente riconosciuto.
Congedo obbligatorio di paternità
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, è esteso anche alla madre intenzionale delle coppie omogenitoriali femminili. Per le coppie maschili si applicano le regole generali sul riconoscimento tramite adozione.
Congedo parentale indennizzato all’80%
La novità della Legge di Bilancio 2025 (tre mesi all’80%) vale per tutti i genitori, comprese le famiglie omogenitoriali, purché il richiedente sia legalmente riconosciuto come genitore.
L’accesso ai congedi dipende dalla presenza di un riconoscimento giuridico formale del legame genitoriale. Nei casi in cui questo non sia ancora perfezionato, potrebbe essere necessario completare l’iter legale prima di poter usufruire dei congedi.